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Eremi di Pulsano

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San Giovanni da Matera

Eremo San Giovanni da MateraNon pochi erano i monaci pulsanensi che si consacrarono a una stretta vita eremitica isolandosi in speciali celle naturali o ricavate nella roccia su abissi paurosi delle vicine valli.

Non a caso, infatti, una di queste, prescelta da molti monaci per le sue asperità ed inaccessibilità, ha assunto il nome, ancora oggi conservato, di valle dei Romiti.

L'eremo di San Giovanni da Matera, il cui interno è totalmente spoglio, presenta un ingresso arcuato intonacato sul quale, in una cornice moresca, si può vedere l'affresco di una Madonna col Bambino tra una figura angelica e un religioso inginocchiato con corona in mano.

E' da notare, inoltre, una croce graffita sul frontale.

La Rondinella

Eremo Di fronte all'eremo di San Nicola si scorge sul soprastante, impressionante, vertiginoso ciglio roccioso, una cella che per la sua posizione, simile a quella che assumono le rondini allorché devono spiccare il volo, è detta "della Rondinella".
Essa è costituita prevalentemente in muratura, di cui sono ancora in piedi alcune strutture portanti, mentre la parte scavata nella roccia è di dimensioni ridotte - un solo vano - ove è possibile notare qualche giacitoio.

Il Pinnacolo

Sullo stesso versante, ad altezza considerevole e in posizione di difficilissimo accesso, è situato l'eremo detto "il Pinnacolo".

All'interno di esso si trova un altare ornato di alcuni affreschi, di cui sono ancora visibili la figura dell'Immacolata, a destra, e, alla volta, una colomba, simbolo dello Spirito Santo.
Da un'iscrizione posta alla destra dello altare si rileva che gli elementi di affreschi riscontrabili si riferiscono a una immagine di San Giovanni Battista.

Il Mulino

Eremo Su uno strapiombo, di fronte alla “Rondinella”, si trova un grande complesso che, da una macina ricavata nella roccia all'interno di una cella, è detto "il Mulino".

Le notevoli dimensioni della parte in muratura, di cui sono ancora in piedi i muri perimetrali, formano, con i molteplici ambienti ricavati nella roccia, un'unica struttura e fanno pensare a un centro economico a servizio della comunità pulsanense.

Lo Studio

Eremo Non molto distante da quest'ultimo è inserita nella suggestiva e caratteristica morfologia dei luogo la grande cella denominata "lo Studio".
Ad essa, che in parte è in muratura, si accede attraverso una lunga, stretta e pericolosa scalinata cavata pazientemente sul fianco della roccia.

L'interno, di più vani, presenta alcuni affreschi: in uno, sulla volta forata da un lucernario, è raffigurata una serie di teste alate di angeli; in un altro, sulle pareti, è raffigurato un santo eremita in ginocchio con coroncina nelle mani inEremo atto di preghiera mentre dall'alto sopraggiunge un corvo per offrirgli del cibo (questa simbologia è tipica di rappresentazioni di santi eremiti nel Medioevo); di lato è rappresentata la Pietà, di cui restano il Cristo morto sulle ginocchia della Madre, qualche particolare di questa e la parte superiore della Croce; infine, altri due affreschi rappresentano uno probabilmente Sant’Antonio Abate, in figura intera, anche se la parte inferiore non è più leggibile; l'altro Sant’Antonio da Padova col Bambino in braccio, in discreto stato di conservazione.

San Nicola

L'eremo di San Nicola, di più vani, tra muratura e ambiente naturale, è situato, come gli altri, all'interno delle balze rocciose della valle.
Questo ha due ingressi aperti totalmente nella roccia; sullo stipite di destra di uno di essi è scolpita in negativo una grossa croce patente con al centro un'altra più piccola.

Sulle pareti dell'interno, affrescate in buona parte, si può osservare un santo, una Annunciazione, un Crocifisso con religiosi in preghiera, di cui un frate benedettino inginocchiato e un vescovo con paramenti solenni.
Lo stato di conservazione degli affreschi è ancora discreto, anche se segni vari e firme apposte in epoca relativamente recente - 1800 - li hanno in parte deturpati.
Si fa notare che alcune firme sono di nomi chiaramente non comuni alla zona e dimostrerebbero come l'eremo sia stato frequentato con una certa assiduità, in virtù del fatto che l'Abbazia di Pulsano costituiva meta di pellegrinaggio.

Conclusioni

Questi complessi ora abbandonati, ridotti a ruderi, adibiti nel tempo a vari usi, sono stati in parte sconvolti nella loro originalità dall'intervento irrazionale dell'uomo, inconsapevole di cancellare una parte importante di storia e di cultura della propria terra.
Se da una considerazione immediata emerge che un danno incalcolabile e permanente ormai l'ignoranza l'ha determinato, da una riflessione più attenta si è portati a concludere che non tutto può essere considerato perduto, che molto si può e si deve fare, per intendere come la civiltà non è oblio del passato, ma somma di esperienze umane, storiche, artistiche e culturali senza soluzione di continuità.

 

Tratto da: La Civiltà Rupestre 1991