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Gli scavi di Fontanarosa

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Molti studiosi ritengono che i più grandi tesori dell'antichità provenienti da Siponto, devono essere certamente celati nella plaga che si stende tra il pantano del Salso e il fiume Candelaro.

Fontanarosa che trovasi in quei pressi, deve quindi essere la località archeologicamente più ricca, tenuto conto, anche. che molti la designano come una delle più importanti colonie già dipendenti da Siponto.

Nell'estate del 1895, infatti, per sistemare sul Candelaro un ponte d'un centinaio di metri, fu necessario costruire una strada provvisoria sulla linea ferrata tra il 22' e il 23' chilometro.

Si elevò a tal fine una trincea col terrapieno scavato precisamente in quel tratto in cui il livello campestre da Monte Aquilone scoscende verso la valle del Candelaro. Nell'eseguire quei lavori gli operai venivano notando con viva meraviglia, che sotto il piano tellurico esterno, si riscontravano varie opere eseguite dalla mano dell'uomo.
Gli operai però non vi fecero troppo caso, e il piccone demolitore cadde spietatamente ad infrangere quanto appariva antichissime vestigie di rari manufatti, salvando   solo per mero caso   ben pochi elementi da quella brutale e incosciente distruzione.

Si trovò così, prima un pavimento, a mosaico discretamente conservato, e più in fondo, una tomba chiusa da quattro mura esterne, foderata internamente di mattoni in taglio. Lungo queste mura vi si riscontrano delle nicchie, mentre la quarta parete è interamente occupata dalla gradinata di accesso.

Il letto sepolcrale è di pietra calcarea semplice, ma con una caratteristica insolita, poichè, oltre ad un cuscino in pietra, evidentemente messo per adagiarvi il capo del defunto - nel mezzo del lastrone vi è praticato un foro del diametro di cinque centimetri, destinato a raccogliere, lo scolo delle materie in decomposizione.

Altri sepolcreti in seguito vennero alla luce insieme a frammenti lapidari in carattere romano chiarissimo, i quali però, e perchè non scavati con paziente attenzione, o perchè realmente deturpati dal tempo, non offrono ancora un concetto approssimativo dello scopo per cui furono fatti.

E’ bello soprattutto, il mezzo busto di una donna greca, che a giudicare dall'atteggiamento delle labbra e dall'acconciatura dei capelli, rappresenta una deliziosissima baccante.

Furono anche trovate tre lampade ostuarie, alcune piccole lastre di marmo statuario antico, perfettamente bianco di grana vetrificata e smerigliante, di effetto non comune, e moltissimi vasi di cui parecchi di fattura veramente eccezionale.

Tutto questo materiale oggi trovasi nel piccolo museo del Municipio, creazione dovuta alle affettuose cure e al vigile e costante amore del Cav. Pascale, che da moltissimi anni ne è degno e geloso custode.