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La Zecca

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Sembra ormai accertato e il merito spetta moltissimo all'esimio cav. Luigi Pascale, che già altrove citammo che a Manfredonia vi sia stata anche una zecca, che, istituita da Manfredi, impresse monete di Casa Sveva tra il 1256 e il 1266.

Le ricerche del Pascale sono suffragate dal fatto che in alcune collezioni numismatiche soprattutto in quella di Giuseppe Tafuri di Castellaneta, catalogate in seguito, dallo storico e numismatico Domenico Spinelli, principe di San Giorgio vi erano delle monete in cui, oltre all'anno dell'egira, era segnata anche la città in cui vennero coniate.

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Il Castello turrito di Manfredonia

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Il Castello, detto volgarmente Angioino, malgrado il tempo, i terremoti e le guerre sostenute, si conserva ancora quasi intatto nella sua mole poderosa, così da essere uno dei pochi mastii della regione sopravvissuto con tanta integrità.

Esso rappresenta un insieme di fabbriche discordi, costruite in epoche diverse, difficili ad individuarsi, poichè Aragonesi, Spagnoli e Francesi tutte le adattarono alle nuove esigenze dei tempi.

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La sultana Beccarini

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In una sala del Palazzo Civico di Manfredonia, esiste un mirabile quadro raffigurante una giovane donna, bellissima nella sua postura e venusta nelle forme, avvolta in un suggestivo e smagliante abito orientale.

L'effige, che dalla delicatezza delle tinte e precisione delle linee, rivela l'abilità di un artista di scuola francese, riproduce le fattezze e il ricordo della più bella e leggendaria donna di Manfredonia: Donna Giacoma Beccarini, discendente di una nobile famiglia senese e vissuta verso il 1600.

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Manfredonia la nuova Siponto

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Qualunque sia l'origine della scelta del sito, è accettato che Manfredonia fu edificata ad un chilometro dal confine dell'antica Siponto.
L'ambito dell'urbe avrebbe dovuto chiudersi in un quadrato vastissimo tanto, da poter includere, oltre agli edifici pubblici, un caseggiato sufficiente a contenere circa 3000 famiglie. Inoltre sarebbe dovuta divenire residenza reale, come Napoli e Palermo, ed essere sede del Vicerè.

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Vicende storiche

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L'antagonismo tra Re Manfredi e CarIo d'Angiò fu causa di molti mali per Manfredonia che aveva la colpa di essere stata creata per volontà di un monarca svevo.

Morto Manfredi nel 1266 nella battaglia di Benevento, la cattiva signoria di Carlo si accanì maggiormente contro la città che per eternare la generosità del suo fondatore, come lui volle chiamarsi. La regina Sofia, consorte di Manfredi, al triste annunzio della morte del marito, si mosse da Nocera dei Pagani ove trovavasi, e raggiunse Manfredonia, accompagnata dal figlio Manfredino, portando seco il tesoro di Stato.

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La distruzione di Siponto

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Molte vicende travagliarono in seguito Siponto: concupiscenze di eserciti vaganti alla ventura per le regioni meridionali e perfidi sconvolgimenti della natura, generarono momenti caotici e dolorosi, le cui notizie, se ci pervennero in gran parte confuse ed incerte, di un fatto solo offrirono contezza: che cioè l'antica, fulgida e portentosa autonomia della città languì miseramente, malgrado le strenue difese dei sipontini che sempre si mostrarono accesi del più ammirevole e sacro amor di patria.

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